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Gloria Campriani. HABITAT, la ricomposizione

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Gloria Campriani. HABITAT, la ricomposizione.
A cura di Alessandra Frosini
Palazzo Pretorio, Certaldo (FI)
13 Febbraio - 3 Aprile 2016

La mostra Gloria Campriani. HABITAT, la ricomposizione, ospitato nelle storiche sale di Palazzo Pretorio a Certaldo, partendo dai concetti di ambiente sociale e ricomposizione, attraverso un percorso che racchiude le opere più importanti dell'intera produzione dell'artista certaldese, concentra la riflessione sulla necessità primaria di trovare nuove vie attraverso l'unione e il confronto, per ricostituire un nuovo habitat comune, contro l'irrigidimento, la chiusura mentale e l'individualismo.

L'habitat da ricomporre è dunque l'immagine che veicola il concetto di un ambiente in senso lato, un ambiente i cui frammenti vanno ricongiunti per ritrovarne l'integrità attraverso la memoria, la cultura, ma anche la sperimentazione, la collaborazione e la ricerca. Come nella tecnica giapponese del kintsugi, in cui frammenti di vasellami ceramici vengono ricongiunti utilizzando l'oro o l'argento per sottolineare come dall'imperfezione possa nascere qualcosa di una bellezza estetica ed interiore maggiore, la ricomposizione deve essere attuata per non dimenticare che anche la frattura ricomposta mettendo insieme strumenti e ricerche nuove può essere un arricchimento oltre che una necessità. Cercare la giusta coesione e unione per ricomporre il migliore incastro dei pezzi è infatti un gesto che comporta l'esplorazione di tutti i tentativi possibili e il coraggio della sperimentazione, per trovare nuove strade da percorrere verso una cosciente contemporaneità, per creare un nuovo “habitat”comune.

Il concetto di ricomposizione rappresenta uno dei punti focali del lavoro della Campriani, portato avanti negli anni attraverso l'incessante sperimentazione e ricerca nel campo della fiber art e nella continua trasformazione dei suoi lavori, che partono dal riciclo dei materiali per creare una nuova realtà attraverso la capacità di osare e sperimentare, tra effimero e materialità.

L'artista utilizza il filo come simbolo della propria identità e come mezzo di unione, con un'attenzione al gesto e allo sviluppo del progetto per ottenere il risultato cercato, senza interesse per lo strumento in sé, che ne fanno una vera e propria artista concettuale. Il suo lavoro è perciò eclettico e utilizza mezzi diversi, dalle installazioni, ai video e alle performance, per focalizzare il concetto, sperimentando e ricercando incessantemente nuove possibilità del contemporaneo. In particolare la sua attenzione si concentra su tematiche legate alla sociologia e alla psicologia sociale, come la riflessione sul concetto di bene comune e sulle nuove tendenze dell'interazione sociale.

Durante l'inaugurazione il percorso delle sale verrà introdotto grazie alla collaborazione con alcune laureande dell'Università di Siena, che coinvolgeranno gli spettatori in una riflessione sui concetti e le tematiche legate al mondo contemporaneo, da sempre alla base della riflessione dell'artista: una sperimentazione che è un nuovo modo di vedere una mostra, per dare uno sguardo che ci arricchisce portando nuove rappresentazioni della realtà con modalità espressive diverse fra loro.

A corredo della mostra verrà realizzato un catalogo che racchiuderà, oltre alla riproduzione delle opere più significative dell'intero percorso artistico di Gloria Campriani, e al testo del curatore, brani dalle recensioni più importanti sul lavoro dell'artista, nonché i contributi delle studentesse coinvolte nel progetto.